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VA: 4 SGUARDI SULLA CITTÀ

Quattro linguaggi per certi versi antitetici, alla scoperta di una realtà affascinante, multiforme, dove la natura si rivela selvaggia e dove la mano dell’uomo ha creato polifonie di architetture, affiancando siti preistorici e spazi avveniristici e sposando barocco e razionalismo in armonie inedite. 

Francese di Tolosa, JEAN-MARC AMIGUES (1965) investe la città della sua pennellata vibrante, pulviscolare, in perfetto equilibrio tra la resa del dettaglio infinitesimale e un fuori fuoco suggestivo, capace di sottrarre il soggetto alla contingenza del tempo. Dando spazio alla natura – alberi e acqua in cui dare prova del suo virtuosismo impressionista – e rivestendo di una patina di storia e di passato gli scorci più noti. 

Il ferrarese DANIELE CESTARI (1983), invece, travolge lo spazio con una pennellata rapida, gestuale, restituendoci le vie della città in prospettive infinite, mobili, che sembrano precipitare verso lo spettatore per accoglierlo nelle loro fughe; mentre il dettaglio architettonico emerge preciso come inciso da un bisturi nella danza febbrile delle colature, dei graffi e delle macchie.

Un ritorno all’ordine lo imprime MARTA MEZYNSKA (1981), polacca trapiantata a Milano con la passione per le geometrie e per il rigore. Sulle sue tele la città si racconta solo ed esclusivamente attraverso le facciate, in primi piani ravvicinati che escludono il cielo e lo spazio circostante. La sua preferenza naturalmente va alle architetture razionaliste, che racconta in punta di pennello, mattone dopo mattone, ipnotizzandoci con la precisione della pennellata e con il gioco dei contrappunti cromatici e lasciandoci spesso in bilico tra la certezza della figurazione e la sensazione dell’astratto. 

E con l’astratto gioca anche TOMÀS SUNYOL (1964), catalano, il quale scompone le forme in una sorta di neocubismo. Declinate nelle tinte mediterranee dei blu, dei gialli vivi, dei rossi e degli aranci, le vie e le piazze di Varese si trasformano in intarsi geometrici scivolanti, ipnotici, dove lo spettatore rintraccia prospettive, soglie, facciate e profili di monti ricostruendoli nella propria mente.

Pubblicato il 15/02/2023

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