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HUMANIZED FORMS | Jill Höjeberg

Le opere di Höjeberg sono infatti creazioni verso cui è possibile, se non persino necessario, allungare la mano per avere riscontro tattile delle proprie sensazioni. Altrove, non sarebbe permesso toccare delle sculture, per il timore arcano che un tocco possa togliere loro qualcosa. Di fronte alle opere di quest’artista, invece, vale l’atteggiamento contrario: non potremmo goderne la potenza emotiva se non potessimo sentirle col palmo delle mani. Sono opere create proprio con l’obiettivo che lo spettatore si metta in contatto con esse, in una relazione reciproca di dare-avere tra corpi sensibili.

Formatasi negli Stati Uniti e da diversi anni residente in Svezia, a Stoccolma, JILL HÖJEBERG è in realtà un’artista profondamente legata al nostro Paese, dove si reca periodicamente per lavorare alla sorgente di alcuni dei suoi materiali di vocazione, primi fra tutti il marmo bianco di Carrara. Ripartendo dalla grande attenzione per l’uomo della tradizione marmorea classica e rinascimentale, Höjeberg ne trasforma e rinnova completamente le forme e gli intenti, alla luce di uno sguardo pienamente contemporaneo. L’artista abbandona l’antropomorfismo dell’opera e ricerca l’essenzialità dell’umano all’interno di geometrie e movimenti della materia totalmente emotivi. Non più soggetti statuari, distanti e impassibili ma forme empatiche, femminili e pensate per il contatto con lo spettatore. Difficile non avvertire una consonanza emotiva con le sue opere: sono intrecci, con pieni e vuoti, per contenere i sentimenti di chi si avvicina loro; abbracci non più fatti di muscoli e di braccia tese, ma di movimenti morbidi e sinestetici.

Pubblicato il 09/06/2022

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