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Annalù

San Donà di Piave, 1976

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Annalù, Forme metamorfiche, architetture immaginarie liriche ed evocative caratterizzano l’ambiente in cui si muove la ricerca realizzata mediante l’assemblaggio e l’alchimia di resine sintetiche, vetro, carte e materiali. In tutte le tematiche affrontate vibra la Reverie, un deja-vu analitico che vuole trattenere il sogno e che caratterizza i non luoghi delle architetture d’acqua, il movimento delle esoteriche spirali di farfalle nelle opere mandaliche oppure il limbo che genera i libri di ghiaccio. Ciò su cui pone l’attenzione è il momento di passaggio, di transizione tra uno stato e l’altro, fra realtà differenti mediante un equilibrio dinamico condividendo un atteggiamento vicino alla scienza alchemica volta alla trasmutazione di una materia in un’altra.

Annalù nasce a San Donà di Piave nel 1976. Nel 1999 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Espone regolarmente in mostre personali e collettive in Italia e all’estero (Stati Uniti, Dubai, Cina, Hong Kong, Francia, Germania, Belgio, Slovenia, Svizzera, Inghilterra, Singapore, Russia). Ha presentato il suo lavoro alla Biennale di Venezia nel 2001, nel 2011 e ha vinto numerosi premi e menzioni. Nel 2009 è scelta come rappresentante italiana nella collettiva internazionale presso il Museo Moya di Vienna. Le sue opere sono state esposte in Musei italiani e stranieri e sono in esposizione permanente presso MACS a Catania e MIM Museum in Motion a Piacenza. Nel 2020 una sua scultura è stata acquisita dalla Fondazione tedesca VAF. Nell’arco della sua carriera si è confrontata con opere di tutti i formati, dalle superfici 15x15 cm a installazioni site specific di dimensioni monumentali. È un artista dall’immaginario germinante dove la natura si declina in forme liquide. Dalla resina utilizzata nelle sue sculture nasce un lavoro fortemente poetico giocato sul cortocircuito tra il dato naturale e una sontuosa artificialità, tra l’apparente fragilità e la compattezza del materiale. Ciò su cui pone l’attenzione è il momento di transizione tra uno stato e l’altro mediante un equilibrio dinamico condividendo un atteggiamento molto vicino alla scienza alchemica volta alla trasmutazione di una materia in un’altra. Il suo progetto artistico esce da tutti i canoni della proposta odierna; l’ossimoro che sta alla base della sua poetica è nel suo lavoro: una scultura che si impone nelle tre dimensioni e che sembra assolutamente, incontrovertibilmente liquida. Vive e lavora tra Jesolo e Dubai.