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ALCHEMICA | Annalù

Tra le sue opere più iconiche e potenti, i Dreamcatcher che sembrano frutto di un’esplosione, “un’esplosione che però non deflagra fino a disperdersi – scrive Angelo Crespi nel testo curatoriale – la forza centrifuga impressa trova infatti un bilanciamento nella forza centripeta, così lo sguardo è costretto a muoversi tra il fuori e, riprecipitando, il dentro, in un continuo sforzo tra concentrazione e dissipazione, un moto oculare esasperato dal vorticoso procedere degli elementi che si tengono in fragile equilibrio, farfalle e foglie, nel colore prima intenso, verso il centro, e poi ai bordi sempre più rarefatto”. 

Ma in tutta la produzione di Annalù, resistono insostenibili leggerezze, trasparenze, la materia che sembra respirare, la sublime ma concreta liquidità: caratteristiche che permettono all’artista di imprimere un carattere lirico e di sogno ai suoi lavori in mostra che siano gli alberi della serie dei bonsai “battuti dal vento” e “piangenti” (Fukingashi e Kengai), o che si tratti dei Liquid Flowers, o ancora dei Light Disc e dei Water Books.

Pubblicato il 25/11/2022

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