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Quando si deve parlare di arte al femminile, ci si trova davanti a un inevitabile momento di stallo. Perché già la definizione porta in sé una serie di trappole pericolosissime e la prima (ovvia, ma forse non per tutti) è che a nessuno mai verrebbe in mente di parlare di “arte al maschile”. Eppure l’arte al femminile è una pianta che non solo ha ancora bisogno di essere studiata, ma anche coltivata. La convinzione che oggi donne e uomini artisti lavorino in una condizione di parità è un errore grossolano. Non accadeva solo ai tempi di Artemisia Gentileschi o magari di Berthe Morisot e Mary Cassatt che le artiste fossero mosche bianche. Sfogliando – tanto per fare un esempio a caso – l’ultimo catalogo della Fiera di Bologna, si fa una scoperta: scorrendo i nomi degli artisti trattati dalle gallerie (e siamo tutti d’accordo sul fatto che Artefiera sia un buon campione per quanto riguarda le gallerie italiane) si nota che quelli femminili rappresentano una percentuale davvero bassa.

Pubblicato il 09/06/2015

Tag: ILARIA DEL MONTE, Jill Höjeberg, Pittura, SCULTURA, Tina Sgrò